L'esperanto dal punto di vista psicopedagogico
Nella storia dell'educazione le mode si seguono una dopo
l'altra. Spesso, un nuovo sistema pedagogico adottato con entusiasmo diventa
argomento di resoconti ditirambici, per poi venire a poco abbandonato, sconfitto
da una critica sempre più mordace e severa.
L'esperanto non é mai stato una pedagogia di moda, tuttavia non
appartiene alle pedagogie defunte.
L'esperanto é stato insegnato ai bambini almeno dal 1916,
ora in una nazione, ora in un altra, ora in via ufficiale, ora quale iniziativa
privata, ma mai ha goduto la vasta diffusione delle cose alla moda. Da ciò
deriva la possibilità di valutarlo senza dover prendere in considerazione
particolari circostanze di luogo e di tempo. Proprio per questo la unanimità
delle conclusioni sul suo insegnamento é ancora più impressionante. Chi ha avuto
modo di conoscere i resoconti sull'esperanto insegnato ai bambini, ha osservato
che a quest'ultimi imparare l'esperanto piace. Ciò fu già sottolineato nel 1922
dal pedagogo Pierre Bovet. E in un questionario al quale risposero gli
alunni di 30 classi di cinque Paesi, il 94 % dei ragazzi giudicarono l'esperanto
"una materia interessante".
Il quesito che si pone é: perché questa materia, più di molte
altre piace agli scolari ?
Si può rispondere individuando cinque cause motivazione,
concretezza, non arbitrarietà, ritmo di apprendimento e creatività.
Motivazione
I bambini non apprezzano una materia, della quale non
comprendono lo scopo. Il significato dell'insegnamento dell'esperanto é invece
per loro immediatamente comprensibile, perché sanno che nel mondo esistono molti
popoli e lingue, e l'idea di usare un mezzo di espressione convenzionale per
intercomunicare sembra loro molto opportuna.
E' da notare che, contrariamente a molti adulti, il cui giudizio
sull'idea di una lingua internazionale é scettico già in partenza, i ragazzi non
reagiscono in modo negativo.
A corso iniziato, alla motivazione di continuare l'apprendimento
contribuisce enormemente anche il riscontro che é possibile un rapido progresso;
argomento che prenderemo in esame più avanti.
Un altro elemento, che probabilmente gioca un ruolo nella
motivazione, é che in generale, gli insegnanti trovano soddisfazione nel far
lavorare i bambini sull'esperanto, e questi reagiscono in modo positivo
all'insegnamento.
Perché all'insegnante piace guidare un corso di esperanto
?
Per le stesse ragioni che lo rendono attraente ai ragazzi ed
inoltre perché é più gratificante che insegnare , per esempio, il francese,
l'inglese o la matematica.
Concretezza
L'esperanto é logico come la matematica, ma rispetto a questa é
concreto e perciò molto più comprensibile per i ragazzi.
La definizione matematica di cerchio é qualcosa di astratto, la
cui concretizzazione può essere acquisita solo in base a molti fattori:
dimensione (piccolo - grande), colore, e riferimento a qualche oggetto di
metallo o di plastica con un uso molto preciso. Ma la parola cerchio é qualcosa
di concreto: ha una forma definita e percettibile che non varia.
Allo stesso modo, se parlate di aggettivi o di avverbi, vi ponete su un terreno
astratto, ma se usate delle parole come granda, bela, forta, o grande,
bele, forte, date ai concetti grammaticali astratti un segno concreto: a
per l'aggettivo, e per l'avverbio. (In esperanto le categorie grammaticali
sono identificabili da desinenze invariabili: A, O, E, I. N.d.T.)
Il pensiero astratto é una facoltà che acquisiamo relativamente
tardi nello sviluppo intelettivo, e che ne rappresenta la conclusione. Perciò
l'astrazione é sempre più diffide del pensiero concreto. Tutti noi calcoliamo
più facilmente con carta e matita, che non mentalmente, perché usando una matita
diamo una forma concreta ai concetti astratti.
In esperanto le categorie, i loro rapporti sintattici e
semantici, in relazione col concetto complesso, appaiono in modo netto, visibile
e udibile, quindi in maniera concreta. Per questa ragione l'esperanto fornisce
l'opportunità di insegnare ai ragazzi una grammatica "generale" in maniera
perfettamente adatta ai loro bisogni di concretezza.
Un altro aspetto della concretezza dell'insegnamento
dell'esperento si manifesta quando i ragazzi iniziano corrispondere con coetanei
di tutto il mondo. In nessuna lingua questa pratica può realizzarsi presto,
poche settimane dopo l'inizio del corso. Altrettanto rapidamente si offre
all'insegnante l'occasione di utilizzare libri pubblicati talora anche molto
lontano, come i "Vecchi racconti giapponesi" o le "Favole bengalesi".
L’insegnamento della lingau diventa quindi una occasione
d’incontro con altre culture, altri modi di pensare, cose molto apprezzate dai
ragazzi.
Non arbitrarietà
I ragazzi che imparano una lingua straniera, spesso hanno
l’impressione di doversi sottomettere alle decisioni arbitrarie di una autorità
capricciosa. Sembra che questa autorità, per fare pesare di più la propria
potenza, abbia sadicamente seminato la lingua di trappole, che sembrano non
avere altro scopo se non quello di far cadere l'alunno e di impedirgli una
comunicazione più agevole.
Per esempio; in francese i verbi dell'indicativo presente, alla seconda persona
plurale finiscono in ez: vous mangez, vous parlez.
Ma esistono delle eccezioni: vous faites, vous dites.
I ragazzi acquisiscono le strutture grammaticali come un tutto coerente, per
cui tutti, anche i francesi commettono l'errore di dire: vous faisez, vous
disez. Il carattere capriccioso di queste eccezioni si evidenzia con il
caso del verbo contredire, che all'indicativo, seconda persona plurale,
presenta: vous contredisez. Dire vous contredites sarebbe un grave
errore !
In inglese, per formare il futuro, si usa l'ausiliare shall o
will. Ma questa regola non é generale.
Per esprimere un idea così semplice come "vi povos" (voi potrete)
in inglese non potete usare la solita regola con il verbo ausiliare normale:
non potete dire you will can; dovete dire in maniera molto più complicata:
you will be able to.
I ragazzi sentono simili complicazioni come se un dittatore
crudele e capriccioso avesse deciso di rendere penoso un facile itinerario
cittadino, ponendo qua e là, nel modo più arbitrario "sensi vietati" che
impediscono di seguire il percorso normale e obbligano a fare lunghe ed inutili
deviazioni.
Questi impedimenti non esistono in esperanto. Se imparate il
pronome "vi" e la desinenza del futuro "-os", subito dopo aver imparato a dire "
mi povas" (io posso), potete automaticamente dire "vi povos" (voi potrete).
L'idea stessa, che una regola normale non possa essere impiegata, non vi passa
assolutamente per la mente.
L'esperanto si presenta quindi in un modo matematicamente
rigoroso, e questa coerenza risponde ad un bisogno psicologicamente profondo,
che la maggioranza delle lingue non può soddisfare: il bisogno di potersi
esprimere con sicurezza, senza il timore di fare passi falsi.
Uno dei più importanti problemi pedagogici nasce dal fatto, che
i giovani, per svilupparsi in modo armonioso, necessitano, nello stesso tempo,
di disciplina e di libertà.
Se manca la disciplina, essi immaginano di potersi permettere
qualsiasi cosa e che gli altri debbano essere al loro servizio: si preparano
così ad un amaro risveglio perché la vita sarà molto diversa. Ma se manca la
libertà, essi perdono la spontaneità naturale, la fantasia e la creatività, la
capacità di prendere iniziative per trarsi d'impaccio, in modo autonomo, in
molte circostanze.
E' interessante notare che l'esperanto richiede più disciplina,
ma consente anche più libertà delle altre lingue.
L'aspetto delle disciplina é bene illustrato dall'obbligo di
segnare il complemento oggetto con la desinenza dell'accusativo. La necessità di
rispettare questa regola esige un esercizio costante nella maniera di
esprimersi.
Ma i ragazzi non considerano questa regola come una trappola
arbitraria, perché ne capiscono la funzione. Ed ancor più la giustificano perché
é valida per tutte le parole, siano pronomi personali, pronomi relativi,
sostantivi o aggettivi.
Per esempio nelle lingue francese ed italiana il complemento ha una forma diversa
rispetto al soggetto, se si tratta di un pronome, ma ciò non accade se si tratta
di un sostantivo. Inoltre la regola non appare arbitraria, perché la desinenza
non varia: é sempre la stessa lettera -n, si tratti di nome, aggettivo
o di pronome, di singolare o plurale, ad indicare il complemento oggetto.
(In esperanto la desinenza "n" indica anche il "moto a luogo",
sostituisce in molti casi le preposizioni e rappresenta uno strumento di notevole
chiarezza, rendendo la lingua estremamente flessibile. N.d.T.)
Molti affermano che il francese sarebbe una lingua molto
precisa. Sarà ma l'esperanto lo é molto di più. Per esempio la frase "Je l'aime
plus que toi" può avere quattro significati:
io lo amo più di quanto voi l'amate, io lo amo più di quanto amo
voi, io la amo più di quanto voi l'amate, io la amo più di quanto amo voi In
esperanto la desinenza dell'accusativo permette di indicare con precisione i
quattro diversi significati dell'esempio appena ricordato.
L'esperanto é rigoroso ma i ragazzi accettano volentieri le
difficoltà provocate da questo rigore, perché esse hanno uno scopo preciso ai
fini dell'intercomprensione.
La necessità di dire in francese un cheval/des chevaux o in
inglese one child/two children non arricchisce certo la
comunicazione.
La funzione grammaticale sarebbe ugualmente ben espressa se si dicesse des
chevals o two child.
Queste irregolarità hanno forse per chi parla la propria lingua
materna un significato storico ma per lo straniero rappresentano una grande
complicazione che rende difficoltoso l'uso della lingua e rallenta la sua
completa appropriazione.
Al contrario, tutte le difficoltà dell'esperanto hanno uno scopo
preciso, grammaticale o semantico.
Esse rendono l'espressione più precisa, più coerente, l'ordine della frase
più libera. Infatti, oltre che più rigoroso di molte lingue, l'esperanto é anche
più libero.
In quali lingue si può scegliere tra una forma analitica e una
sintetica, tra una espressione nominale, avverbiale o verbale, per indicare, per
esempio, in quale maniera viaggeremo ?
Si può dire: mi iros per trajno (andrò col treno); mi iros trajne
(loc. avv.) oppure mi trajnos (loc. verb.) Le ultime due espressioni
intraducibili in italiano ma tutte impiegabili in esperanto, secondo l'umore
o l'effetto stilistico cercato.
In quali lingue possiamo scegliere tra:
mi helpos vin/ mi vin helpos/ mi al vi helpos/ mi helpos al vi ?
I ragazzi apprezzano molto questa libertà, che ha l'ulteriore vantaggio di
consentire loro svariate maniere di espressione del proprio pensiero, così come
accade nelle diverse lingue del mondo. Questo sistema rigoroso si traduce anche
in ricchezza lessicale, che pure é fonte di grande libertà. Se imparate il morfema
sam e ano, voi potete non solo formare senza rischio di errore,
la traduzione di concetti come "conterraneo" (samlandano) e
"correligionario" (samreligiano) ma sapete che avete anche
il diritto di inventare parole come: samrasano (della stessa razza),
samklubano (dello stesso club), samlingvano (della stessa lingua),
i cui equivalenti non esistono, per esempio, nella lingua francese.
Essere rigoroso significa non permettere eccezioni. Senonché dal
rigore dell'esperanto nasce la libertà, se fin dall'inizio si sa che non si
devono temere passi falsi, a causa di una eccezione inaspettata.
Ritmo del progresso
Il sistema metrico decimale é acquisibile più velocemente del
sistema tradizionale di misure anglosassone. Un tempo non lontano, quando 12
pence formavano un scellino, e 20 scellini una sterlina, calcolare il prezzo di
una merce, il cui peso era espresso in libbre o once, era molto più complicato
che calcolare in lire il valore di qualche cosa, il cui peso si esprime in
grammi e chili.
Perché ? Perché il sistema decimale é molto più
coerente.
Si assimila più rapidamente un sistema coerente rispetto a uno che non lo é.
Per questa stessa ragione i progressi in esperanto sono molto più rapidi. In
un esperimento fatto a Zagabria non molto tempo fa, si osservò che i ragazzi
avevano raggiunto una capacita di espressione in esperanto, dopo sole 12 ore
di studio, uguale a quella che in tedesco avrebbero acquisito dopo quattro anni
di studio.
Chi ha insegnato queste due lingue, o le conosce bene non si
meraviglia di questa affermazione. In esperanto quando un morfema é appreso
diventa immediatamente impiegabile.
Nel tempo necessario per imparare in spagnolo la coniugazione
dei verbi "avere" ed "essere" un alunno di esperanto ha già assimilato l'intera
coniugazione di qualsiasi verbo.
(La parola coniugazione non é linguisticamente esatta perché
l'esperanto non é una lingua flessiva, ma é accettabile in questo
contesto).
La rapidità dell'apprendimento non solo é molto incoraggiante
per l'alunno ma é anche gratificante per l'insegnante. Egli può "animare" la
scolaresca, abbastanza presto, organizzando scenette o la corrispondenza
interscolastica.
Se il corso dura più do un anno, già nel secondo si può passare
alla lettura di brani letterari e far lavorare gli alunni su testi delle più
varie culture, che é un'occasione unica per ampliare la mente dei
ragazzi.
Creatività
Già da tempo i pedagogisti hanno osservato come l'apprendimento
sia tanto più gioioso quanto più collegato ad una attività che piaccia ai
ragazzi, e che li ponga in posizione attiva.
Purtroppo, un ragazzo che impara una qualsiasi lingua straniera,
tra quelle insegnate in Europa, deve restare in gran parte passivo.
Voi tutti avrete studiato una lingua straniera, forse per anni e
anni. Quanti sono coloro tra di voi, che in breve tempo, mi sanno dire come si
dice scrofa in inglese, francese o tedesco ?
Nelle rispettive lingue questa parola corrisponde a truie, sow, Sau,
tutti termini che dovete memorizzare passivamente.
In esperanto quando avete imparato la radice pork ed il suffisso ino
sapete che la femmina (ino) del maiale (porko) si chiama porkino.
Lo studente di esperanto costantemente ed attivamente ricrea la
lingua dall'interno, basandosi su elementi che combina tra loro, dopo averli
precedentemente imparati.
Se insegno l'esperanto ad un bambino, che desidera esprimere in questa lingua
il significato della parola francese "condisciple" (condiscepolo),
posso dirgli: forma tu stesso la parola, tu conosci quanto é necessario. Il
ragazzo dirà probabilmente: kunlernanto (condiscepolo), samklasano
(compagno di classe), samlernejano (c. di scuola), kunlernejano
(c. di di scuola), kunstudanto (che studia assieme), lernkunulo
(collega di apprendimento), studkunulo (collega di studio). Tutte queste
parole sono giuste perché esprimono bene l'idea, sia pure con differenti sfumature.
In esperanto il potere combinatorio é più importante della memoria.
E non é forse vero che il talento creativo non é altro che
l'arte di combinare elementi disponibili ? Chiunque abbia insegnato l'esperanto
ai bambini ha sperimentato come questa disciplina stimoli l'immaginazione
creativa, una facoltà molto importante perché viene impiegata per risolvere la
maggior parte dei problemi che si presentano nella vita.
Tutti i bambini, dai due ai quattro anni, passano in uno stadio,
durante il quale creano nuove parole, combinando i singoli elementi che
attingono dalla lingua degli adulti. Ma molto spesso, queste invenzioni,
logicamente perfette, destano il riso, oppure se il bambino é abbastanza
cresciuto, la reazione: Non si dice così ! Si dice così !
I genitori e gli insegnanti agiscono saggiamente correggendo i
bambini, perché é importante nelle vita esprimersi conformemente alla norma
nazionale,ma resta il fatto psicologico che questa saggezza soffoca la fecondità
creativa, che sarebbe invece utile lasciare fiorire.
I bambini che imparano l'esperanto ritrovano con gioia la
possibilità di queste combinazioni pur accettando l'esigenza che, per essere
comprensibili, le parole "inventate" devono tuttavia conformarsi rigorosamente
alle regole della lingua.
In questo modo, due facoltà che appaiono contrastanti logica è
fantasia - possono armonizzarsi in una esperienza psicologicamente più
feconda.
In esperanto esiste il suffisso -ingo col quale si formano parole come kandelingo
(candeliere), plumingo (portapenna), cigaredingo (bocchino per
sigaretta), ecc. In una scuola di esperanto é accaduto che un bambino
ha scritto la frase:
la uniformulo, kiu sur sia ĜENDARMINGO direktis la trafikon,
" l'individuo in uniforme che sul proprio PORTAGENDARME dirigeva
il traffico".
Quel bambino aveva usato un espressione divertente ed azzeccata,
perfettamente conforme allo spirito dell'esperanto, sebbene, molto
probabilmente, fosse il primo nella storia ad avere utilizzato il
termine ĝendarmingo (coffa o torretta aperta ad una estremità
è che non contiene completamente il gendarme). Spesso, questo
genere di creazioni linguistiche, intraducibili nella lingua materna,
suonano in modo poetico. La bambina di lingua francese che una volta
scrisse: grizis antaŭ ni la nebulo (davanti a noi grigeggiava
la nebbia) non avrebbe mai potuto rendere in francese questa espressione.
Quale altra lingua studiata a scuola permetterebbe qualcosa di
simile dopo un anno di studio ?
Intelligenza e matematica moderna
Perché tanti bambini hanno bisogno di un tempo così lungo per
padroneggiare le operazioni sulle frazioni ? Perché esse sono rapporti
di rapporti, è cioè una "operazione molto costosa" per
l'intelletto, come scrisse Pierre Janet.
L'esperanto può essere insegnato in modo tale da addestrare
l'alunno a lavorare sui rapporti dei rapporti, in condizioni meno faticose che
con le frazioni, perché in un ambito più concreto.
Ciò é possibile perché in esperanto questi rapporti recano segni
visibili e perché molte forme sono logicamente deducibili.
Il termine amika (amichevole) é in rapporto con amiko
(amico) come frata (fraterno) sta in rapporto con frato (fratello)
che é l'applicazione della regola generale dell'esperanto:
Aa/Ao = Ba/Bo
che permette di porre al bambino che ha imparato le parole frate (fratello)
e amiko (amico) domande come:
Se ti dico che "fraterno" è frata. come si traduce
"amichevole"? oppure all'inverso:
Se frata significa "fraterno" cosa significa amika?
Se ora introduciamo un ulteriore rapporto, per
esempio:
Ajno : Ao = Bino : Bo
oppure:
amikino : amiko = fratino : frato possiamo proporre domande analoghe
per amikino.
Ma se andiamo avanti e raggiungiamo lo stadio dei rapporti di
rapporti, quando domandiamo:
Come si traduce in esperanto "sororale"?
Per rispondere in modo giusto il bambino deve combinare il rapporto a/o
col rapporto ino/o arrivando così alla soluzione fratina.
(In esperanto tutti i sostantivi terminano in o e tutti gli aggettivi
in a. N.d.T.)
Coloro che hanno studiato l'intelligenza e gli strumenti per misurarla hanno
osservato che una delle funzioni di questa facoltà è quella di
considerare due diversi assi contemporaneamente e di combinarli mediante un
unico ragionamento. Perché un bambino di quattro anni non comprende che,
se voi versate l'acqua da un bicchiere alto e stretto in uno basso e largo,
la quantità di acqua non cambia? Perché non possiede la facoltà
di integrare in un ragionamento le dimensioni verticale ed orizzontale e quindi
non comprende che ciò che si perde secondo I asse verticale è
riguadagnato secondo quello orizzontale.
Un test di intelligenza, che si collega al rapporto tra
intelligenza e ragionamento secondo due assi, sono le cosiddette Progressive
Matrices di Raven, con le quali si deve dedurre esattamente una figura
complessa, che si trova all'incrocio di due assi alle cui estremità si trovano
due figure più semplici. Si può opportunamente utilizzare l'esperanto per
addestrare l'alunno al ragionamento secondo due assi. Per esempio quando egli ha
già imparato qualche parola correlativa, gli si può presentare una tabella come
la seguente:
kie |
? |
ie |
nenie |
dove |
là |
in qualche
luogo |
in nessun
luogo |
kio |
tio |
? |
nenio |
che, che cosa |
quello |
qualcosa |
niente |
kiam |
tiam |
iam |
? |
quando |
allora |
un giorno |
mai |
e chiedergli:
Quali parole esperanto si trovano dove sono i punti
interrogativi? E che cosa significano?
Ai bambini piacciono molto questi esercizi: sono contenti di scoprire che "là"
è tie, che "qualcosa" è io, che "mai"
è neniam.
Un'altra funzione dell'intelletto è la facoltà classificatoria.
Proprio per facilitare la sua acquisizione si è introdotto nelle classi
elementari di molti paesi la cosiddetta matematica moderna o insiemistica. L'insegnamento
dell’esperanto può fornire molte occasioni per esercitarsi in questo
senso.
Per esempio, quando gli alunni hanno imparato che fiŝo (pron. come inglese
fish) significa "pesce" e che -isto è il suffisso
che indica colui che per mestiere si occupa di qualche cosa, voi potete domandargli:
cosa significa fiŝisto.
Molti risponderanno "pescatore", altri forse "pescivendolo". Una
differenza interessante.
L'insegnante può approfittarne per fare osservare che esiste
la grande classe dei fiŝistoj che sono coloro che professionalmente
si occupano di pesci, ma che questa classe si divide in tre sottoclassi:
fiŝkaptistoj (coloro che catturano i pesci), fiŝvendistoj
(coloro che vendono i pesci), fiŝbredistoj (coloro che li
allevano) (la desinenza j marca il plurale. N.d.T.).
Questo procedimento è utile anche per insegnare la lingua materna se
agli alunni si fanno imparare i nomi dei singoli mestieri (pescatori, pescivendoli.
pescicultori). (in esperanto in suffisso -isso è univoco senza eccezioni,
donde, per esempio, instruisto (insegnante), dentisto (dentista),
ĝardenisto (giardiniere), maristo (marinaio), skribisto
(scrivano); mentre in italiano le varie desinenze sono tutte irregolari. cioè
diverse. N.d.T
A Ginevra, è ufficiale la distinzione tra ginevrini, gli altri
svizzeri (chiamati confédérés) e gli stranieri.
In una classe di esperanto ho usato talvolta un testo in cui si
trovava la parola confèdéré in funzione di aggettivo, per cui ho (letto
loro:
"Non abbiamo mai incontrato questa parola, ma voi conoscete
quanto è necessario per tradurla".
Furono proposte diverse traduzioni tra cui eksterkantona (estracantonale)
e alikantona (di un altro cantone) . (ali- è un morfema
che significa "altro", diverso donde alilingva = alloglotto.
ted. andersprachige. In italiano si potrebbe tradurre con - allocantonale -
o "eterocantonale" N.d.T.) La discussione che ne è seguita
ha evocato il corso di matematica moderna così come viene svolto nel
nostro Paese nei primi anni della scuola elementare. Alla fine fu chiaro che
eksterkantona non era la parola esatta perché la categoria "estracantonale"
ha due sottocategorie, alle quali si adattano le espressioni alikantona
e alilanda o eksterlanda (straniero). L'allievo che aveva detto
eksterkantona aveva applicato la struttura di eksterlanda, dimenticando
che coloro che provengono da un altro cantone possono provenire anche da un'altra
nazione.
L'esperanto può anche aiutare a calcolare le diverse basi delle numerazioni.
In esperanto il fatto che si calcola secondo base dieci è chiaramente
percettibile, perché noi diciamo:
unu - du - tri - naŭ - dek
dek unu - dek du - dek tri - dek naŭ - dudek - dudek unu - dudek du
per imparare a calcolare secondo la base cinque (kvin) è
sufficiente che l'alunno applichi lo stesso sistema:
unu - du - tri - naŭ - dek
kvin unu - kvin du - kvin tri - kvin naŭ - dukvin - dukvin unu
- dukvin du - dukvin tri
E' interessante notare che non fu tiri insegnante a scoprire l'aiuto che l'esperanto
poteva dare per il programma di matematica, ma un alunno.
Influenza sulla lingua materna
Quasi tutti gli insegnanti che hanno guidato un corso di
esperanto hanno osservato che esso ha un effetto benefico sulla padronanza della
lingua materna. Ecco in proposito una citazione interessante. ricavata da una
relazione di un insegnante americano che insegna alle Hawai.
" Devo dire onestamente che avevo delle riserve sull'insegnamento dell'esperanto
nella mia classe. Mi sembrava completamente inutile per degli alunni che avevano
bisogno di tutto il tempo disponibile per imparare l'inglese. Feci la prova
e devo confessare che i risultati sono stati sorprendenti (...) Perfino se questo
esperanto non dovesse mai diventare una lingua mondiale. esso è servito
ad insegnare ai miei alunni molte cose importanti (...) E' stato utile per comprendere
la struttura della frase nella nostra stessa lingua. per individuare la differenza
tra sostantivo e verbo, tra soggetto e oggetto. E' stato utile per arricchire
il vocabolario inglese, agevolando i ragazzi meno dotati.
In qualsiasi disciplina la comprensione è agevolata se si
possiede una base di riferimento. Nell'apprendimento della propria lingua,
l'esperanto rappresenta questa base di riferimento alla quale la lingua madre
può essere costantemente confrontata.
Preparazione allo studio delle altre lingue
Qualsiasi metodo venga impiegato per imparare una lingua straniera sono necessarie
due operazioni: affrancarsi dal codice della lingua materna e condizionarsi
al codice della lingua da imparare. Per passare dal francese je vous remercie
al tedesco Ich danke Ihnen, si deve cambiare la posizione del pronome e sostituire
l'accusativo col dativo. Un francese che impara l'esperanto, riferendosi probabilmente
alla sintassi francese. all'inizio dirà mi vin dankas (io te ringrazio)
ma presto scoprirà che può anche dire mi dankas vin (io
ringrazio te) e mi dankas al vi (io ringrazio a te).
In questo modo egli ha imparato a "relativizzare" la struttura
della lingua materna, affrancandosene, senza passare attraverso le spiacevoli
esperienze dell'errore. In questo modo egli si prepara al giusto uso della
formula tedesca. Inoltre, se successivamente studierà una lingua germanica o
neolatina, sarà già in possesso di un ampio lessico radici utili.
Ciò è evidenziato dall'esempio dei nomi delle stagioni: printempo,
somero, autuno, vintro. Non (lesta meraviglia, come molti studi hanno dimostrato,
che l'apprendimento preliminare dell'esperanto è un mezzo per risparmiare
da tino a due anni nell'acquisizione di un altra lingua. Una recente relazione
di un grippo di lavoro del Ministero finlandese della P.I.. rileva che: "L'insegnamento
di un corso propedeutico di esperanto migliora il risultato finale nello studio
delle lingue straniere".
Equilibro psichico
Insegnato ai bambini l'esperanto rappresenta uno strumento di
consolidamento dell'equilibrio psichico. Il linguaggio è così intimamente legato
al nostro pensiero o ai nostri sentimenti per cui finiamo di identificarci in
esso. Un attentato alla nostra lingua viene sentito come se fosse rivolto a noi
stessi. L'esperienza ha provato che una persona che possiede l'esperanto si
identifica non solo nella propria lingua materna ma anche in quella
internazionale. Per questa ragione gli esperantisti si sentono facilmente feriti
se si fa del sarcasmo sulla lingua di Zamenhof. Per il bambino questa
identificazione favorisce l'equilibrio psichico, cosa che purtroppo non vale per
l'adulto, le cui strutture psichiche sono già profondamente consolidate. La
rispettiva posizione dell'esperanto e della lingua materna aiutano l'ego a
trovare la propria posizione. L'esperanto infatti colloca la cultura nazionale
nel suo giusto posto: la lingua nazionale perde il suo rango unico, centrale,
egemonico, ma non perde nulla in dignità e prestigio, perchè non esiste rivalità
tra l'esperanto e la lingua materna. come invece può accadere tra il fiammingo
ed il francese, tra un dialetto locale e la lingua della capitale. La lingua
nazionale perde solo il suo carattere assoluto e si relativizza. Inoltre,
l'esperanto è per se stesso un modello di equilibrio, come è già stato notato,
tra rigore e libertà, tra disciplina (le pretese del mondo esterno) e
l'ispirazione (le esigenze del mondo interiore).
E' anche un modello di democrazia verso gli altri e sappiamo che
il comportamento democratico è, psicologicamente, il più sano. Per esempio, in
esperanto la radice viene sempre rispettata qualunque sia il ruolo nella frase,
qualunque sia il suo contributo alla formazione del concetto, anche complesso,
essa resta sempre se stessa. Anche questo è un modello di comportamento che fa
nostra mente può registrare incosciamente, seppure noi potremmo mai
coscientemente immaginare che l'uomo possa, nei confronti della società, essere
paragonato ad un morfema in una frase.
L'esperanto può dare un contributo specialmente ai bambini meno dotati
o quelli che, pur intelligenti, sono bloccati nella carriera scolastica da una
ragione qualsiasi, per esempio, dall'incomprensione dei genitori o di un insegnante.
L'esperanto ridà un senso di valore a quei bambini perché è una
materia che possono padroneggiare al pari degli altri. Il suo rigore li aiuta ad
una disciplina mentale, ma il suo stimolo alla fantasia e alla espressione,
spesso poetica, li solletica ad un più vasto impiego delle facoltà creative, con
un effetto psicologicamente liberatorio.
Questi bambini: hanno spesso l'impressione di essere trattati ingiustamente.
L’esperanto è una lingua "equa": se l’alunno commette un errore,
ciò avviene perché ha fatto un ragionamento sbagliato o perché
ha peccato contro la logica, non perché ha dimenticato una regola strana
o capricciosa. Lo studio dell'esperanto è quindi per questi bambini una
esperienza utile perché. come hanno dimostrato gli studiosi, lo scoraggiamento
è la causa principale di molti insuccessi scolastici.
Anche il semplice fatto che si possa corrispondere con coetanei
stranieri valorizza fattività del bambino. Infine, la possibilità di porre
nell'espressione e nella discussione in classe molte sfumature che non sono
possibili nella lingua materna, è di aiuto per una analisi sottile dei
sentimenti il che costituisce una utile esperienza.
Alludo a sfumature di significato come: ami/ameti/amegi/ekami/enamigi/amadi,
ecc. oppure malgoja /sengoja/negoja /negaja/malgaja.
Una volta la creazione spontanea da parte di un bambino della parola obeismo
(obei = obbedire) fu motivo di una fruttuosa discussione sulla differenza
tra obeismo e konformismo. Ma trattare la relazione tra l'esperanto e la personalità
richiederebbe troppo tempo, per cui passo alle conclusioni.
Concluzioni
Come ha osservato il pedagogo Piene Bovet, il bambino che ha imparato l'esperanto,
durante un corso di durata normale, conosce una lingua che può veramente
usare. Al contrario dopo sei, sette anni di studio dell'inglese o di una qualsiasi
altra lingua, la facoltà di potersi esprimere è ancora estremamente
ridotta. Un pedagogista francese ha commentato i risultati dello studio di una
lingua straniera in questi termini: "Abbiamo osservato che a livello di
maturità (baccalaureato) solo un ragazzo su cento riesce ad esprimersi
con proprietà in una lingua straniera". L'insegnamento dell'esperanto
presenta, quindi, rispetto a quello delle altre lingue, il vantaggio che effettivamente
mette nelle mani dell'alunno uno strumento che gli tornisce una reale possibilità
di comunicazione. Il bambino ne è cosciente, e ciò gli dà
un senso di compiutezza, che è di grande valore dal punto di vista psicologico.
Questo contrasta fortemente con lo scoraggiamento, che dopo uno o due anni,
è osservabile presso la maggioranza degli studenti di lingue straniere.
Anche la possibilità di corrispondere in tutto il mondo, e il conseguente
interesse per la geografia e le culture straniere. risponde ad un desiderio
latente di ampliare il proprio mondo. Infatti. l'esperanto è così
congeniale ai bisogni psicologici dei ragazzi dai 10 ai 12 anni. che uno psicologo
non informato potrebbe immaginare che esso sia non un mezzo di comunicazione
con ambizioni planetarie ma un sistema pedagogico studiato appositamente per
loro. A quel'età i ragazzi amano i codici, le lingue segrete e le nuove
maniere per comunicare e l'esperanto soddisfa questo desiderio.
A quell' età il loro intelletto compie un grande passo: passa
dallo stadio delle operazioni concrete a quello delle operazioni formali. per
usare la terminologia di Piaget.
L'esperanto, grazie al costante uso del pensiero a due assi,
della classificazione dei concetti in categorie gerarchiche, di rapporti di
rapporti, esercita l'intelletto proprio con le attività necessarie in questa
fase dello sviluppo.
L'esperanto è l'unica materia di studio che mette in attività
sia l'intelletto convergente che quello divergente, concetti, che prendo a prestito
dal mio collega Prof. Massarenti. Usiamo l'intelletto convergente quando, partendo
dal possesso di diversi dati, il nostro pensiero conduce ad una unica soluzione
del problema. Tipico esempio il problema di matematica, per il quale esiste
una sola soluzione, dedotta da un razionale trattamento dei dati. In esperanto
utilizziamo l'intelletto convergente per ricreare parole come fratina o neniam.
usiamo l'intelletto divergente quando ci viene posto un problema per il quale
sono possibili diverse soluzioni, tutte giuste e opportune. E' il caso di quando
scriviamo una lettera o decidiamo di arredare un appartamento. In esperanto
i ragazzi adottano questo sistema quando imparano ad esprimere una stessa idea
nei modi più diversi.
Una volta i miei allievi. tutti assieme, hanno scoperto 70
maniere diverse per esprimere: lo giudico sciocco. Ciò richiede l'impiego
dell'intelletto divergente. Siccome l'intelletto convergente è localizzato (nei
destrorsi) nell'emisfero cerebrale sinistro, e il divergente nel destro,
l'esperanto ha la facoltà di armonizzare il funzionamento di entrambi gli
emisferi cerebrali. Non conosco nessuna disciplina scolastica che ottenga questo
risultato in modo equilibrato e che sia impiegabile durante
l'adolescenza.
Giunto a questo punto devo confessare che durante tutta questa
conferenza mi sono sentito imbarazzato. E' fastidioso presentare una disciplina
e parlarne bene, senza mai una critica. Sono cosciente che questa presentazione
della Lingua Internazionale non può essere convincente per gli scettici. Ma che
cosa posso farci? Si insegna l'esperanto a bambini e ragazzi fino dall'inizio
del secolo e non è mai apparso uno studio fatto da una persona che
obiettivamente e scientificamente abbia esaminato questo insegnamento e ne abbia
tratto delle conclusioni negative.
Tuttavia nel mondo l'esperanto ha più nemici che simpatizzanti.
Perfino oggi presentarsi pubblicamente come esperantista significa attirarsi
canzonature ed ironia. Ma pur considerando il grande numero di oppositori
all'esperanto. come chiarire che mai nessuno di loro ha dimostrato che
l'esperanto è pedagogicamente dannoso ? L'unica spiegazione. scientificamente
plausibile, è che ciò non è accaduto perché non e possibile.
Al contrario le autorità che hanno obiettivamente analizzato gli esperimenti.
a cominciare dagli ispettori scolastici britannici nel 1916, continuando con
i risultati della Conferenza Internazionale sull'insegnamento dell'esperanto
nelle scuole. a cura della Società delle Nazioni (1922) per finire al
gruppo di studio del Ministero finlandese della P.I. (1984) hanno unanimemente
riconosciuto l'alto valore pedagogico e polivalente di questo insegnamento.
Chi di voi, che voglia rileggersi il testo di questa conferenza. comprenderà
perché mancano critiche fondate sull'osservazione e la sperimentazione.
Un fatto resta un fatto, perfino se molti rifiutano di
osservarlo, perfino se gli umoristi ironizzano su di esso.
E' un fatto che, per la sua struttura, l'esperanto risponde alle
aspirazioni ed ai bisogni del giovane intelletto in via di sviluppo.
Come concludere, se non con le parole di un insegnante. Frank J.Lent, che fu
costretto ad insegnare l'esperanto ai suoi alunni, nonostante personalmente
non approvasse quella idea?
"Fu per me una grande sorpresa osservare che i miei alunni erano
vivamente interessati al programma. Al pari dei miei colleghi dicevo: essi non
sanno leggere o scrivere la propria lingua inglese, che senso avrebbe insegnare
loro l'esperanto? Il primo giorno e i successivi si rilevarono molto
soddisfacenti, sia per gli alunni che per me. Rapidamente abbandonai ogni
esitazione ed introdussi l'intero programma. La novità dell'insegnamento fu
un'innegabile attrazione per tutti gli scolari, i quali mostrarono la stessa
passione, che avevano mostrato in precedenza quando avevano provato a risolvere
un attraente enigma."
Se quell'insegnante avesse conosciuto precedentemente le
caratteristiche dell'esperanto. non sarebbe stato sorpreso Ilei
risultati.
Chi conosce la psicologia del bambino e si accosta all'esperanto
si rende subito conto che la Lingua Internazionale del Dott. Zamenhof è cucita
su misura per un intelletto in via di maturazione. Spero ardentemente che le
autorità scolastiche del maggior numero di Paesi se ne rendano conto. Avere una
gioventù, che si eserciti a pensare in modo rigoroso ed impieghi liberamente la
propria fantasia creativa, è nell'interesse di qualsiasi società.
Claude Piron Facoltà di psicologia ed educazione Università di
Ginevra
http://www.disvastigo.it/approfondimenti/approfondimenti_53.htm
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